Terapia del dolore
26/27 novembre 2011Affrontare il tema del “dolore” in una cultura, come la nostra, che non è più in grado di comprendere, attraverso la conoscenza delle leggi dell ‘ universo, che ogni fenomeno è manifestazione di vita, è cosa ardua ma, al tempo stesso, entusiasmante.
Il detto “finchè c’è dolore, c’è vita” ci riporta istantaneamente a quanto sopra riferito, intendendo che la manifestazione del dolore è resa possibile grazie alla attivazione di componenti chimico-elettriche che evidenziano la presenza di vita in un sistema cellulare.
Il dolore è la risposta agli stimoli che un organismo riceve, è un segnale di allerta della presenza di una disarmonia.
Non è il nemico da combattere, ma l’amico da ascoltare per comprendere le cause che l’hanno attivato.
Attraverso diversi livelli di ricerca, rivenienti dalla Medicina tradizionale cinese, dalla Medicina Psicosomatica, dalla Medicina tradizionale giapponese, dalla Macrobiotica, dalla Medicina Ayurvedica, dalla Teoria degli Umori di Ippocrate, è possibile interpretare il “linguaggio del corpo”, che parla attraverso il dolore, indicando esattamente, attraverso l’area allertata, i conflitti interni (sentimenti/emozioni non trasformati), la mancanza di energia, la mancanza o l’eccesso di sostanze nutritive, la poca presenza di ossigeno, l’eccessiva o totale assenza di esercizio fisico, ed altro ancora.
Il dolore è, dunque, messaggero di vita, ma bisogna saperlo ascoltare per tempo, quando è ancora nei primi stadi.
Poichè, se semplicemente lo facciamo tacere con antidolorifici o quant’altro, intervenendo sul sintomo senza rimuovere le cause che l’hanno determinato, inneschiamo un meccanismo chimico-elettrico a catena che, a lungo andare, può alterare la funzione cellulare, fino a determinare la malattia vera e propria.
Le malattie iatrogene, di cui nessuno parla, sono un esempio di quanto sopra detto. E se consideriamo il fatto che le malattie iatrogene sono causa di morte alla stessa stregua delle malattie cardiovascolari e dello stesso cancro, un po’ di “riflessione” (luce che illumina la mente) può aiutarci ad uscire dal buio della favole in cui la mente è addormentata.
Favole che le multinazionali e gli uomini di potere continuano a raccontare e nel campo della salute e in quello della vita del pianeta (per fini sicuramente non umanitari e nel non rispetto dell’individuo e dell’ambiente), avvelenandoci in modo sistematico e scientifico.
Come approcciarci, dunque, al dolore?
Nello shiatsu, è possibile, attraverso la l’osservazione (Bo), l’interrogazione (Mou), l’ascolto (Bun) e la palpazione (Setsu) interpretare il linguaggio del corpo e trattare il dolore, contestualmente ai sistemi energetici ad esso connessi, per eliminare le cause che l’hanno determinato.
Riequilibrare l’energia Yin/Yang, il vuoto e il pieno, l’acido e l’alcalino, l’interno e l’esterno, l’alto e il basso, è il compito del terapista-shiatsu che mira a ricreare un equilibrio e rimettere in armonia corpo/mente/spirito.
Saranno trattate, in questo seminario, le seguenti problematiche :
- Cervicalgie
- Periartriti scapolo/omerali
- Dorsalgie
- Epicondiliti
- Infiammazione del Tunnel Carpale